Quanto tempo può durare l’impianto?

I moduli monocristallini ed i moduli policristallini, che sono attualmente i più venduti nel mondo, hanno una durata di vita da 25 a 30 anni, con una diminuzione delle prestazioni energetiche inferiore al 5/10 %. Generalmente la garanzia fornita dai produttori è di 5-10 anni. I moduli amorfi di silicio, che sono meno costosi, hanno una perdita di rendimento del 30 % nei primi mesi, per poi stabilizzarsi gradualmente. La tecnologia più recente, quella dei “film sottili” dovrebbe unire i vantaggi di entrambe le vecchie tecnologie: il prezzo basso del silicio amorfo e l’alta efficienza e l’affidabilità dei prodotti cristallini.

Inverter: questi apparecchi ad elevata tecnologia hanno una durata nel tempo abbastanza lunga. Il prezzo dell’inverter rappresenta generalmente una parte fra il 10-20 % dell’investimento globale;

il costo della sostituzione nel caso di danno dopo il periodo di garanzia va considerato all’interno del tempo di ammortamento dell’investimento.

Un tetto fotovoltaico è un dispositivo completamente modulare, e la sostituzione di un qualsiasi componente è generalmente facile e veloce, anche quando il modulo è un tetto o una facciata

integrata, a condizione che questa sostituzione sia prevista nella fase di progetto. Il futuro proprietario deve essere informato di queste cose al momento della stesura del progetto.

Una volta che l’ impianto abbia terminato il suo ciclo vitale, come va smaltito?

I pannelli fotovoltaici non contengono materiali tossici o dannosi, e come tutti i rifiuti ingombranti, deve essere smaltito presso i locali servizi addetti a tale funzione, inoltre la maggior parte dei materiali contenuti sono riciclabili, come il silicio, il vetro, plastica e metalli.

Come si controlla se l’impianto funzione bene?

Il controllo si può fare in due modi: un modo manuale ed uno automatico a distanza. Nel primo caso si fa verifica “a orecchio”(con un piccolo segnale sonoro) o “a occhio“ (con una luce colorata o un

visore di controllo sul davanti dell’inverter). Un contatore elettrico in uscita dall’inverter può essere utile, anche se aumenta un po’ i costi. Si può anche verificare la bolletta elettrica, stando attenti se si ha un improvviso aumento di consumo, che è un segnale di allarme preoccupante.

Il controllo a distanza libera da questi compiti, ma richiede un investimento maggiore per l’attrezzatura di trasmissione dati, il collegamento telefonico coi relativi costi di gestione ed il contratto di lunga durata con la società che esegue il telecontrollo.

A chi può ESSERE CEDUTA l’energia prodotta?

Se un soggetto è titolare o ha la disponibilità di un impianto fotovoltaico di potenza fino a 200 kW, può, in alternativa:

a. usufruire del servizio di scambio sul posto ( compensazione tra quanto immesso in rete e quanto prelevato), facendone richiesta all'impresa distributrice competente sul territorio ove l'impianto è ubicato.

b. cedere l'energia elettrica prodotta al GSE (ritiro dedicato) secondo le regole riportate nella delibera 280/07;

c. vendere l'energia elettrica prodotta sul mercato libero:

  • attraverso contratti bilaterali con grossisti o clienti finali liberi (cessione indiretta);
  • attraverso la Borsa elettrica (cessione diretta). 

Per gli impianti di potenza superiore a 200 kW, sono disponibili solo le opzioni b. e c.